NUOVA JEEP COMPASS 2026 | Prova su strada

NUOVA JEEP COMPASS 2026 | Prova su strada

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Se la generazione precedente della Jeep Compass, o persino la Renegade, vi sembravano auto piacevoli da guidare, preparatevi a resettare completamente i vostri parametri. Non siamo di fronte a un semplice aggiornamento di metà carriera. Per usare una metafora aeronautica: se la vecchia Compass era un affidabile 737, questa nuova generazione è un’astronave Enterprise.

Oggi analizziamo nel dettaglio la terza generazione della Jeep Compass, un modello che abbandona le piattaforme riciclate e riadattate dell’era FCA per abbracciare la nuovissima architettura STLA Medium. Il risultato? Un salto quantico in termini di comfort, tecnologia e dinamica di guida. Ecco tutto quello che c’è da sapere dopo la nostra prova su strada.

 

Design e dimensioni: cresce dentro, non fuori

Il primo impatto visivo conferma che Jeep ha voluto mantenere il DNA del marchio, pur modernizzandolo radicalmente. La vettura è lunga 4,55 metri, posizionandosi pienamente nel segmento C. Tuttavia, il dato ingegneristico più rilevante è il passo di ben 2,90 metri.

Cosa significa questo nella pratica? Significa che gli ingegneri hanno ridotto al minimo gli sbalzi (la carrozzeria oltre le ruote), sia all’anteriore che al posteriore. Questo ha permesso di creare un abitacolo incredibilmente spazioso mantenendo dimensioni esterne gestibili. L’auto è alta 1,70 metri e larga 1,80 metri, conservando quelle proporzioni “boxy” che piacciono agli amanti del brand.

Esteticamente, la cura per i dettagli è maniacale:

  • Aerodinamica attiva: Le iconiche sette feritoie sono state chiuse per migliorare la penetrazione aerodinamica (il 10% più efficiente rispetto a prima). Il raffreddamento è gestito da flap attivi posti sotto la targa, che si aprono e chiudono automaticamente in base alle esigenze termiche del motore.

  • Pulizia delle linee: La fiancata è priva di guarnizioni a vista sui vetri, creando un effetto “flottante” molto premium. Il montante C è stato virtualmente eliminato grazie a una soluzione di continuità nel design.

  • Protezioni intelligenti: I fascioni paracolpi grigi (non verniciati in nero lucido) sono realizzati in plastica tinta in massa. Questo è un tocco di genio “off-road”: se graffiate la protezione, sotto non spunterà un colore diverso, rendendo i segni molto meno visibili.

I gruppi ottici sono Matrix LED e la firma luminosa posteriore attraversa tutto il portellone (coast-to-coast), conferendo alla vettura una presenza scenica notevole, soprattutto di notte.

 

Interni: un salotto digitale da 16 pollici

Salendo a bordo, la sensazione di “dejà-vu” è inesistente. Dimenticate le plastiche rigide e i layout datati: qui siamo in un ambiente completamente ridisegnato. La qualità percepita è elevata, con materiali morbidi e imbottiti che rivestono la parte superiore della plancia, i pannelli porta e le zone di contatto.

La plancia è dominata da una configurazione a doppio schermo:

  1. Quadro strumenti digitale da 10 pollici: Un pannello widescreen sottile, ben incastonato, che offre una visibilità cristallina.

  2. Infotainment centrale da 16 pollici: Un display enorme a sviluppo orizzontale, posizionato in modo da non ostacolare la visuale sulla strada, reattivo e connesso.

A questi si aggiunge un Head-Up Display che proietta le informazioni essenziali direttamente sul parabrezza. La connettività è totale: Android Auto e Apple CarPlay sono wireless e la piastra di ricarica a induzione è ben posizionata.

 

Spazio e praticità

La nuova piattaforma STLA Medium ha permesso di ricavare 34 litri di vani portaoggetti nell’abitacolo anteriore. Ci sono portabicchieri, un profondo pozzetto sotto il bracciolo e tasche laterali capienti. Ma è dietro che si nota la differenza: grazie ai 2 cm extra nel passo, lo spazio per le gambe è abbondante anche per i passeggeri più alti. Jeep ha definito i materiali posteriori “a prova di bambino”: tessuti robusti, lavabili e resistenti ai graffi. Una chicca molto apprezzata è la presenza di tappetini in gomma lavabili di serie, perfetti per chi usa l’auto per il tempo libero senza paura di sporcarla.

 

La gamma motori: addio diesel, ecco l’elettrificazione “vera”

Affrontiamo subito il tema più scottante: non c’è il motore diesel. Jeep ha fatto una scelta drastica, eliminando il 1.6 Multijet che ha fatto la fortuna delle generazioni passate. Una scelta che scontenterà lo 0,1% che usava la Compass per scalare l’Everest, ma che risponde all’utilizzo reale del 99% dei clienti (famiglie, città, viaggi autostradali).

La gamma si articola su tre livelli di elettrificazione:

1. Mild Hybrid 1.2 (La sorpresa)

Non fatevi ingannare dalla cilindrata o dai problemi del vecchio Puretech. Questo è il motore di terza generazione, dotato di catena di distribuzione (e non cinghia a bagno d’olio). Ma la vera novità è il sistema ibrido. Non è il solito “mild” che aiuta appena. Qui abbiamo un motore elettrico da 21 kW (circa 29 CV) e 50 Nm di coppia integrato nel cambio doppia frizione a 6 rapporti.

  • Risultato: L’auto si muove spesso in solo elettrico in città e nelle manovre. Con 145 CV totali, la guida è fluida e rotonda, quasi paragonabile a un full hybrid.

 

2. Plug-in Hybrid

Per chi cerca più potenza, c’è il 1.6 quattro cilindri abbinato a un sistema elettrico ricaricabile. La potenza sale a 195 CV e la nuova batteria garantisce oltre 100 km di autonomia in modalità a zero emissioni. Un passo avanti enorme rispetto ai 50 km scarsi della vecchia 4xe.

 

3. Elettrico puro e il 4×4

La nuova Compass arriva anche in versione 100% elettrica con due tagli di batteria: 74 kWh (500 km di autonomia) e 96 kWh (650 km di autonomia), con potenze fino a 231 CV. Attenzione: La trazione integrale è disponibile solo sulla versione elettrica top di gamma da 375 CV. Questa utilizza un secondo motore elettrico al posteriore per garantire la trazione 4WD. Una scelta tecnica dettata dagli spazi: non c’era modo di integrare l’albero di trasmissione meccanico con i pacchi batteria moderni senza sacrificare l’abitabilità.

 

Prova su strada: comfort da categoria superiore

Alla guida, la nuova Compass è irriconoscibile. La piattaforma STLA Medium offre una rigidità torsionale superiore che si traduce in una precisione di guida inedita. Lo schema sospensivo (McPherson all’anteriore e Multilink al posteriore) lavora egregiamente: l’auto è “frenata” il giusto, riducendo drasticamente il rollio in curva e i movimenti verticali su dossi e avvallamenti.

L’insonorizzazione è curatissima: sembra di viaggiare su un’auto di segmento superiore. Lo sterzo è neutro ma progressivo, e anche il pedale del freno ha un feeling naturale. Il motore mild hybrid da 145 CV, pur non essendo un mostro di potenza, spinge bene grazie all’aiuto dell’elettrico che riempie i vuoti di coppia in basso. Certo, la risposta dell’acceleratore è tarata sul comfort (un po’ filtrata), ma per il tipo di vettura è una scelta coerente.

 

Tecnologia e ADAS nativi

Un altro vantaggio della nuova piattaforma è l’integrazione nativa dei sistemi di assistenza alla guida (ADAS). Non sono più “aggiunti dopo”, ma dialogano direttamente con la centralina principale. Abbiamo la guida assistita di livello 2completa:

  • Cruise Control Adattivo.

  • Mantenimento attivo della corsia.

  • Blind Spot Monitor.

  • Frenata d’emergenza con riconoscimento pedoni/ciclisti.

Una funzionalità software molto comoda è la possibilità di replicare la mappa di navigazione (anche da Google Maps o Waze tramite smartphone) direttamente nel quadro strumenti dietro il volante, lasciando lo schermo centrale libero per la gestione della musica o del clima.

 

Prezzi e conclusioni

La nuova Jeep Compass 2026 viene lanciata con un prezzo promozionale di partenza di 39.900 euro per la versione Mild Hybrid da 145 CV. È una cifra importante? Sì, ma se la confrontiamo con la concorrenza (una Volkswagen T-Roc ben accessoriata o una Ford Kuga superano facilmente questa soglia), il prezzo appare giustificato dalla dotazione tecnologica, dalle dimensioni maggiori e dalla freschezza del progetto.

In conclusione, la nuova Compass non è più il “brutto anatroccolo” ricavato da piattaforme miste. È un prodotto maturo, tecnologico, spazioso e incredibilmente comodo. La mancanza del diesel e del 4×4 meccanico farà storcere il naso ai puristi, ma per il 99% degli utenti reali, questa è senza dubbio la migliore Jeep Compass mai costruita.

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