Era destinato a lasciare il posto alla nuova generazione elettrica, e invece l’XC90 resiste. Dopo dieci anni di carriera, il grande SUV di Volvo si prepara a una nuova vita: la casa svedese ha infatti confermato lo sviluppo di una terza generazione. Un progetto non previsto inizialmente, ma diventato necessario alla luce dei ritardi nell’elettrificazione e delle incertezze del mercato globale.
A dichiararlo è stato l’amministratore delegato Håkan Samuelsson nel corso della presentazione dei risultati finanziari del secondo trimestre, sottolineando come l’attuale XC90, lanciato nel 2015, non possa restare ancora a lungo senza un successore. Le sue parole sono chiare: “Avremo bisogno di un nuovo XC90”. Tuttavia, nessuna data ufficiale è stata comunicata per il debutto del modello.
Ibrido plug-in a lunga autonomia: la nuova via di mezzo
La strada scelta per il nuovo XC90 non sarà quella della totale elettrificazione, almeno non subito. In un contesto in cui l’adozione dell’auto elettrica procede a velocità diverse nel mondo, Volvo ha deciso di puntare ancora sugli ibridi plug-in, ma con tecnologie più avanzate. Un esempio concreto arriva dalla Cina, dove il marchio lancerà a breve il nuovo XC70 ibrido plug-in, capace di percorrere fino a 180 chilometri in modalità elettrica. Una soluzione che, secondo Samuelsson, potrebbe essere replicata in Europa: “Penso che i consumatori europei vorranno avere questo”, ha affermato, aggiungendo: “Gli ibridi plug-in con un’autonomia maggiore sono una soluzione di cui probabilmente avremo bisogno per qualche anno in più rispetto a quanto pensavamo”.
Volvo, che nel 2021 aveva annunciato l’obiettivo di diventare un marchio 100% elettrico entro il 2030, ha quindi rivisto la propria posizione. Non si tratta di un dietrofront, ma di un adattamento realistico alle condizioni attuali.
Il presente è ibrido, ma non tutti gli ibridi sono uguali
Nel frattempo, l’attuale XC90 è stato aggiornato con un restyling, ma continua a utilizzare una batteria plug-in relativamente piccola, di meno di 15 kWh. Un valore che appare modesto se confrontato con quello del nuovo XC70, che offre pacchi batteria da 21 o addirittura 40 kWh. Una differenza che si farà sentire soprattutto a fine anno, quando entreranno in vigore nuove normative sulle emissioni. I nuovi calcoli per i veicoli ibridi penalizzeranno le versioni con batterie più piccole, rendendole meno convenienti dal punto di vista fiscale, specialmente per chi le utilizza come auto aziendali.
La piattaforma utilizzata per il nuovo XC70, denominata SMA (Scalable Modular Architecture), potrebbe diventare la base anche del futuro XC90. Un’architettura flessibile, utile in un momento in cui la versatilità tecnologica è fondamentale.
Dazi, ritardi e costi: la realtà dietro la strategia
Dietro le scelte più recenti di Volvo c’è anche un contesto complesso. La casa ha subito una perdita straordinaria di quasi 900 milioni di sterline nel secondo trimestre del 2025, a causa di due eventi collegati: l’interruzione dei piani per vendere la berlina elettrica ES90 negli Stati Uniti, bloccata da un aumento dei dazi doganali, e i ritardi accumulati nella produzione del SUV elettrico EX90. Secondo il direttore finanziario Fredrik Hansson, i problemi software hanno rallentato di due anni l’avvio della linea produttiva nello stabilimento americano di Charleston, in South Carolina: “Questo significa volumi persi e maggiori costi di ingegnerizzazione”, ha dichiarato.
Proprio per dare nuova linfa allo stabilimento di Charleston e ridurre la dipendenza dalle importazioni, Volvo ha confermato che dal 2027 inizierà a produrre lì anche il SUV XC60. Una mossa che mira a compensare l’impatto delle tariffe statunitensi del 25%, introdotte sotto l’amministrazione Trump.
Verso una rete produttiva più europea
In parallelo, Volvo sta rivedendo la propria rete produttiva anche in Europa. Entro la seconda metà del 2025, la produzione del SUV elettrico compatto EX30 sarà spostata dalla Cina a Ghent, in Belgio. Un altro tassello importante sarà l’avvio della produzione in Svezia del futuro EX60, un SUV elettrico di medie dimensioni atteso per il 2026. Quest’ultimo rappresenta per Volvo l’ingresso in un segmento in forte crescita, che fino ad oggi non aveva ancora presidiato in modo diretto.
Conclusione: tra visione e adattamento
La terza generazione dell’XC90 non era nei piani originali, ma diventa oggi una scelta razionale. Volvo continua a muoversi verso l’elettrico, ma con la consapevolezza che il percorso è meno lineare del previsto. Tra dazi, normative, problemi tecnici e domanda disomogenea, il marchio svedese sta cercando un equilibrio tra innovazione e concretezza. E l’XC90, ancora una volta, si conferma al centro di questa transizione.