Per i proprietari di Tesla nel Vecchio Continente, l’attesa per il rilascio del Full Self-Driving (FSD) è diventata una vera e propria odissea normativa. Mentre negli Stati Uniti il software continua a evolversi con la versione Supervised, in Europa siamo rimasti fermi alle funzionalità base dell’Autopilot. Tuttavia, una risposta ufficiale della Commissione Europea, trapelata di recente in risposta a Christian Nielsen, ha finalmente gettato luce sulla situazione reale, delineando il percorso burocratico esatto che Tesla deve seguire e svelando un dettaglio cruciale: la palla, in questo momento, non è nel campo di Bruxelles.
Received this response from the European Commission today, regarding Tesla’s Full Self-Driving (FSD) Supervised system and its potential deployment in the EU. It highlights challenges with Level 2+ automation, references UN Regulation No. 171, and notes no Article 39 exemption… pic.twitter.com/4StJL37kUY
— Christian Nielsen (@Nielsen_1971) December 16, 2025
Il nodo del regolamento UN n. 171 (DCAS)
La lettera della Commissione chiarisce innanzitutto il quadro normativo attuale. Il sistema FSD Supervised di Tesla viene classificato come un sistema di guida automatizzata di Livello 2+. Questo significa che, nonostante le capacità avanzate, la responsabilità rimane interamente del conducente, il quale deve mantenere un’attenzione continua.
Attualmente, l’omologazione di questi sistemi in Europa è regolata dal Regolamento UN n. 171 sui Driver Control Assistance Systems (DCAS). Questo standard, sviluppato dal Forum Mondiale per l’Armonizzazione delle Regolamentazioni sui Veicoli, stabilisce i paletti di sicurezza per gli assistenti alla guida.
Il problema? Le funzionalità dell’FSD di Tesla vanno spesso oltre ciò che il regolamento DCAS attuale prevede esplicitamente. Come spiega la Commissione:
“Se l’FSD di Tesla include funzionalità che vanno oltre questo Regolamento UN, il suo dispiegamento potrebbe richiedere approcci alternativi.”
In parole povere: il regolamento standard è troppo stretto per le ambizioni di Tesla. Ma la Commissione non si è limitata a dire “no”.
La vera novità: l’articolo 39 come chiave di volta
Il passaggio più interessante della risposta ufficiale riguarda l’apertura a procedure straordinarie. Bruxelles conferma esplicitamente che il quadro normativo dell’UE per l’omologazione dei veicoli prevede una “uscita di sicurezza” per le tecnologie all’avanguardia: l’Articolo 39.
Questo articolo permette di concedere esenzioni per tecnologie innovative che dimostrino di garantire un livello di sicurezza equivalente a quello dei sistemi tradizionali, anche se non rientrano perfettamente nelle caselle dei regolamenti attuali. È la “corsia preferenziale” che molti analisti ipotizzavano, ma vederla confermata nero su bianco dall’esecutivo UE è un segnale forte.
In sostanza, l’UE sta dicendo a Tesla: se il tuo sistema è sicuro ma non rispetta le vecchie regole, possiamo autorizzarlo comunque come eccezione innovativa.
Nessuna richiesta ricevuta a Bruxelles
Qui arriva la doccia fredda, o meglio, il bagno di realtà. Nonostante le speculazioni online e le dichiarazioni di Elon Musk su un arrivo imminente, la Commissione Europea ha dichiarato quanto segue nella lettera:
“Ad oggi, la Commissione Europea non ha ricevuto alcuna richiesta da parte di un’autorità nazionale di omologazione per una procedura ex Articolo 39 riguardante il sistema FSD di Tesla.”
Questo passaggio è fondamentale per capire le tempistiche. L’iter per l’esenzione non parte direttamente da Tesla verso l’UE, ma deve passare attraverso un’autorità nazionale (come la KBA in Germania o la RDW nei Paesi Bassi). Tesla deve prima convincere un ente nazionale, il quale poi inoltra la richiesta di esenzione a Bruxelles.
Il fatto che la Commissione non abbia ancora nulla sul tavolo smentisce le voci di un’approvazione “già fatta” a livello centrale. Significa che il lavoro tecnico tra Tesla e gli enti nazionali è ancora in corso e non è ancora arrivato alla fase finale di validazione europea.
Il futuro: tra gruppi di lavoro e speranze
La lettera si chiude con una nota di speranza. Il gruppo di lavoro dell’UNECE sui veicoli connessi e automatizzati sta continuando a lavorare per espandere lo scopo del regolamento DCAS. L’obiettivo è fare in modo che, in futuro, le norme standard possano accomodare nativamente set di funzionalità più ampi, come quelli offerti da Tesla, senza dover passare per le esenzioni.
Per ora, però, la strada maestra rimane quella dell’esenzione per innovazione. La Commissione ha tracciato la mappa: la porta è aperta, ma tocca a Tesla e alle autorità nazionali attraversarla con i documenti in regola.