Un caso di utilizzo reale in Corea del Sud mette alla prova la durata delle batterie e la resistenza meccanica della piattaforma E-GMP. I dati raccolti dopo mezzo milione di chilometri mostrano un degrado degli accumulatori decisamente inferiore alle aspettative.
Spesso il dibattito sulla transizione verso la mobilità elettrica si arena su dubbi legati alla longevità degli accumulatori e all’effettiva resistenza delle vetture nel lungo periodo. Tuttavia, arrivano dalla strada dati empirici che sembrano smentire le preoccupazioni più comuni. Un caso emblematico giunge dalla Corea del Sud, dove un esemplare di Hyundai IONIQ 5 è stato sottoposto a un utilizzo intensivo che ha pochi precedenti: il veicolo ha superato la soglia dei 660.000 chilometri percorsi in soli tre anni.
L’auto, impiegata per scopi lavorativi con una media quotidiana di circa 600 km, offre oggi un quadro tecnico molto dettagliato su come la tecnologia EV (Electric Vehicle) reagisca all’usura estrema, fornendo risposte concrete su affidabilità, costi di gestione e salute della batteria.

Una maratona tecnologica senza guasti meccanici
Il dato più rilevante che emerge dall’analisi di questo veicolo non è solo la distanza totale coperta, ma le condizioni in cui è avvenuta. Nonostante l’elevato chilometraggio accumulato in un arco temporale ristretto, la vettura non ha registrato alcun guasto meccanico rilevante.
Il proprietario ha sfruttato intensamente l’architettura a 800 Volt della piattaforma, prediligendo la ricarica ultra-veloce in corrente continua (DC). Questo dettaglio è cruciale: comunemente si ritiene che l’uso frequente delle colonnine fast possa accelerare drasticamente il degrado delle celle. Il caso in esame, invece, dimostra come un sistema di gestione termica e un’ingegnerizzazione avanzata possano mitigare questi effetti anche sotto stress continuo.
Lo stato di salute della batteria dopo mezzo milione di km
Raggiunta la soglia dei 580.000 chilometri, Hyundai ha proposto al cliente la sostituzione gratuita del pacco batteria e del motore. L’obiettivo della casa madre non era una riparazione necessaria, bensì il recupero dei componenti originali per un’analisi tecnica approfondita nei propri centri di Ricerca e Sviluppo.
I risultati dei test di laboratorio sono stati sorprendenti anche per gli ingegneri: il pacco batteria originale conservava ancora l’87,7% della sua capacità iniziale. Si tratta di un valore ben al di sopra della soglia che decreta solitamente il “fine vita” di una batteria per autotrazione (spesso fissata sotto il 70-80%), confermando la validità dei sistemi BMS (Battery Management System) proprietari nel preservare l’efficienza chimica delle celle nel tempo.
Risparmio operativo e manutenzione ridotta
Oltre agli aspetti prettamente ingegneristici, l’esperienza del cliente coreano evidenzia i vantaggi economici derivanti dall’uso intensivo di un’auto elettrica. Il confronto con un SUV di pari dimensioni alimentato a benzina mostra un divario netto nei costi di esercizio.
Secondo le stime, in tre anni il proprietario ha ottenuto un risparmio complessivo superiore ai 20.000 dollari, calcolato sommando i minori costi di rifornimento e la ridotta necessità di manutenzione ordinaria. Un contributo significativo a questa economia di esercizio arriva anche dai componenti soggetti a usura: grazie alla frenata rigenerativa, che sfrutta il motore elettrico per rallentare l’auto recuperando energia, la durata dell’impianto frenante (pastiglie e dischi) è risultata notevolmente superiore alla media.
A questo si aggiunge il fattore comfort: nonostante le ore passate al volante, il cliente ha segnalato come l’ergonomia dei sedili e l’insonorizzazione dell’abitacolo abbiano mantenuto elevata la qualità della vita a bordo anche dopo centinaia di migliaia di chilometri.
Il futuro: batterie sempre più dense ed economiche
Il caso della IONIQ 5 da 660.000 km non è isolato, ma rientra in un più ampio programma di raccolta dati che Hyundai sta conducendo su oltre 50.000 veicoli. Le analisi su campioni che hanno superato i 400.000 km indicano che la maggior parte mantiene oltre il 90% delle prestazioni della batteria.
Dal-young Yoon, Senior Research Engineer del gruppo, ha sottolineato come l’obiettivo sia progettare accumulatori che superino ampiamente i requisiti di garanzia, resistendo anche agli scenari commerciali più gravosi.
Guardando al prossimo futuro, la strategia del brand prevede un’ulteriore evoluzione entro il 2027. Gli obiettivi dichiarati includono:
- Una riduzione dei costi del 30%.
- Un aumento della densità energetica del 15%.
- Un ulteriore taglio del 15% ai tempi di ricarica.
Parallelamente, dal 2026 verranno introdotti sistemi di gestione BMS basati su cloud, capaci di diagnosi predittive in tempo reale per massimizzare la sicurezza e la longevità, confermando la volontà di rendere l’affidabilità il pilastro centrale della nuova mobilità.


