Addio alla “voce” della F1: chi era Andrea De Adamich, volto storico di Grand Prix e pilota Ferrari

Addio alla “voce” della F1: chi era Andrea De Adamich, volto storico di Grand Prix e pilota Ferrari

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L’automobilismo italiano perde una delle sue figure più iconiche e poliedriche. Andrea De Adamich è scomparso all’età di 84 anni, lasciando un’eredità che attraversa due epoche del motorsport: prima come pilota di talento al volante, poi come voce e volto di riferimento per milioni di appassionati davanti alla televisione.

Nato a Trieste, De Adamich ha vissuto una vita interamente dedicata ai motori, riuscendo a eccellere sia nell’abitacolo che dietro al microfono, diventando un raro esempio di transizione di successo dalle corse alla comunicazione.

Il volto e la voce di “Grand Prix”

Per intere generazioni, il nome di Andrea De Adamich è legato indissolubilmente alla televisione. Dopo il ritiro dalle competizioni, iniziò una prolifica seconda carriera come giornalista e commentatore.

La sua popolarità esplose negli anni ’80, quando divenne il conduttore della storica trasmissione “Grand Prix” su Italia 1, un appuntamento fisso per chiunque volesse restare aggiornato sul mondo dei motori.

La sua esperienza diretta in pista rese le sue telecronache, in particolare quelle della Formula 1 per Mediaset (celebre il suo sodalizio con Guido Schittone, specialmente negli anni ’90 quando l’emittente detenne i diritti), uniche per competenza e capacità di analisi tecnica. Non era solo un cronista, ma un ex pilota che spiegava le corse “da dentro”.

La sua figura divenne così popolare da entrare anche nel mondo dei videogiochi, prestando la sua voce per la telecronaca di diversi titoli ufficiali della Formula 1 per PlayStation. La sua autorevolezza era stemperata da un’umanità e una simpatia che lo resero celebre anche per alcune gaffe e sviste linguistiche, entrate nel cuore degli appassionati.

La carriera da pilota: dall’Alfa Romeo alla Formula 1

Prima di diventare la “voce” dei motori, De Adamich ne fu un protagonista. La sua carriera agonistica iniziò nei primi anni ’60. Dopo essersi fatto notare nelle cronoscalate e nelle categorie minori, il suo talento esplose nel 1965, quando vinse il campionato italiano di Formula 3.

Questo successo gli aprì le porte dell’Autodelta, la squadra corse ufficiale dell’Alfa Romeo, marchio a cui legherà indissolubilmente il suo nome. Al volante della mitica Giulia GTA, De Adamich dominò la scena europea, laureandosi Campione Europeo Turismo per due anni consecutivi, nel 1966 e nel 1967.

Contemporaneamente, portò avanti l’impegno con l’Alfa Romeo anche nel Mondiale Prototipi, guidando le vetture Tipo 33 e ottenendo vittorie prestigiose come la 1000 km di Brands Hatch e la 6 Ore di Watkins Glen nel 1971.

L’approdo in F1 e il dramma di Silverstone

L’apice della carriera di un pilota, la Formula 1, arrivò nel 1968. De Adamich disputò cinque stagioni nella massima serie, correndo per scuderie di primo piano.

Debuttò con la Ferrari (come terzo pilota) per poi passare a McLarenMarchSurtees e infine Brabham. Sebbene non guidò mai vetture da assoluta vittoria, riuscì a dimostrare il suo valore, ottenendo come migliori risultati due quarti posti (in Spagna nel 1972 e in Belgio nel 1973).

La sua traiettoria in Formula 1 fu interrotta bruscamente e drammaticamente nel 1973 al Gran Premio di Gran Bretagna a Silverstone. Fu coinvolto nella maxi-carambola innescata al via da Jody Scheckter, un incidente che mise fuori gioco dieci vetture. De Adamich rimase intrappolato nella sua Brabham per quasi un’ora; l’incidente gli costò la frattura di entrambe le gambe e, di fatto, pose fine alla sua carriera nella massima serie.

L’eredità: la guida sicura e il titolo di Commendatore

Ritiratosi dalle corse (anche se corse ancora nel Mondiale Marche nel 1974), De Adamich non abbandonò mai la sua passione. Oltre alla carriera televisiva, nel 1991 fondò il Centro Internazionale Guida Sicura a Varano de’ Melegari, l’autodromo vicino al quale risiedeva. Un progetto portato avanti, ancora una volta, in stretta collaborazione con l’Alfa Romeo, per trasmettere la sua enorme esperienza e promuovere la sicurezza stradale.

Per i suoi meriti sportivi e il suo impegno nella divulgazione, il 2 giugno 2022 era stato insignito di una delle massime onorificenze della Repubblica, venendo nominato Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.

La scomparsa di Andrea De Adamich chiude un capitolo dell’automobilismo italiano, ma la sua eredità di pilota vincente, commentatore competente e maestro della sicurezza rimane un punto di riferimento per tutto il settore.

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