TECH DRIVE
14/06/2025

STOP ai DIESEL Euro 5: ecco quando e dove non si potrà più circolare

Il conto alla rovescia è iniziato: dal 1° ottobre 2025, le auto diesel Euro 5 saranno vietate nei giorni feriali dalle 8.30 alle 18.30 nei Comuni con oltre 30.000 abitanti delle Regioni Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. Il blocco, valido fino al 15 aprile 2026 e poi ripetuto ogni anno dal 15 settembre al 15 aprile, rientra in un accordo firmato con il Governo per migliorare la qualità dell’aria nella Pianura Padana, una delle aree più inquinate d’Europa.

Una misura già stabilita nel 2017, su pressione dell’Unione Europea, che ha aperto procedure di infrazione contro l’Italia per i ripetuti sforamenti dei limiti di inquinamento atmosferico. Il provvedimento rischia di colpire oltre un milione e mezzo di automobilisti solo in Lombardia, molti dei quali si troveranno costretti a cambiare veicolo, nonostante le auto interessate siano relativamente recenti (immatricolate fino al 2015).

Pressioni politiche per un rinvio

Non mancano però le reazioni contrarie. A guidare l’opposizione è la Regione Lombardia, sostenuta dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che ha annunciato la preparazione di un emendamento per rinviare l’entrata in vigore del divieto. Il Consiglio regionale lombardo ha già approvato una mozione della Lega che chiede ufficialmente al Governo di sospendere la misura.

Il capogruppo leghista Alessandro Corbetta ha definito il divieto «un colpo durissimo per lavoratori, studenti e pensionati», sottolineando l’unicità del caso: «Sarebbe la prima area al mondo in cui è vietato circolare con auto Euro 5 diesel». Corbetta ha inoltre ribadito l’esigenza di politiche ambientali più strutturate, basate su investimenti reali e non su provvedimenti punitivi.

Anche Roma verso il blocco

Il giro di vite sui diesel Euro 5 non si limita al nord. Anche Roma ha fissato al 1° novembre 2025 il divieto di accesso a queste auto all’interno della ZTL Fascia Verde, una zona amplissima che comprende gran parte del territorio urbano compreso tra il Grande Raccordo Anulare e l’Anello Ferroviario. In assenza di deroghe, il blocco potrebbe coinvolgere decine di migliaia di veicoli che ogni giorno transitano nella capitale.

Il Comune ha però annunciato l’intenzione di chiedere una deroga alla Regione Lazio, sulla scia di quanto già avvenuto nel 2023 per i diesel Euro 4, al fine di ridurre l’impatto sociale di una misura così drastica.

Move-In: la scatola nera che salva (in parte) i diesel Euro 5

In alternativa al blocco in questione, è disponibile in tutte le Regioni coinvolte il programma Move-In (Monitoraggio Veicoli Inquinanti). Si tratta di un dispositivo elettronico installabile sul veicolo, che consente di continuare a circolare entro un tetto massimo di chilometri annui, variabile in base alla categoria del mezzo e alla sua classe ambientale. Per esempio, in Lombardia, le diesel Euro 5 possono percorrere fino a 10.000 km all’anno senza limitazioni di zone o giorni.

Il costo del servizio è pari a 50 euro all’anno, suddivisi tra l’installazione della black box (30 euro) e la fornitura del servizio (20 euro). Move-In si configura così come un compromesso temporaneo per chi non può o non vuole cambiare auto, offrendo una deroga controllata all’interno dei limiti previsti.

Una storia ancora da scrivere

Il blocco dei diesel Euro 5 segna un nuovo capitolo nelle politiche ambientali italiane, con un impatto potenzialmente devastante su milioni di cittadini. Mentre le Regioni si dividono tra chi chiede un rinvio e chi si prepara ad attuare le restrizioni, resta aperta la questione più ampia: come conciliare la lotta all’inquinamento con l’equità sociale? In attesa di risposte strutturali, Move-In resta una delle poche soluzioni praticabili per chi, tra pochi mesi, rischia di restare a piedi.